Olbia Città 

Informazioni sul Comune di Olbia

  • Popolazione:  54000
  • Superficie:  376.10 Kmq.
  • Cod. postale:  07026
  • Prefisso tel.:  0789
  • Cod. ISTAT:  104017
  • Cod. catast.:  G015
  • Sito Web:  https://www.comune.olbia.ss.it/‎
  • Coordinate GPS:  40.925256 - 9.496706
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    Conversione coordinate

Descrizione della Località

Vedemmo un porto magico, circondato dalla terra, con alberi di navi e terra scura che cingeva un bacino rosseggiante.
Così si esprimeva lo scrittore David Herbert Lawrence nel 1921 parlando di Terranova, l'odierna Olbia [da Mare e Sardegna - 1921].
Questo era l'effetto che faceva questo porto naturale al viaggiatore che giungeva dal mare. Ma se la natura è stata qui generosa, la mano dell'uomo ha fatto sì che la città di Olbia sia oggi assai meno magica del golfo e della sua costa. L'urbanizzazione che la città ha subito negli ultimi anni sotto la spinta della trasformazione della sua economia dall'agricoltura e pastorizia all'industria e al turismo di massa, è stata troppo rapida e di conseguenza disordinata.
Olbia è ancora il capoluogo, insieme a Tempio Pausania, della provincia di Olbia-Tempio, anche se alla fine del 2014 la Giunta Regionale Sarda ha deliberato la cancellazione dell quattro province istituite solo 13 anni prima e quindi anche Olbia-Tempio è destinata nel tempo ad essere cancellata ed Olbia tornerà ad essere in provincia di Sassari. E' comunque il centro più importante della Gallura.
Nel territorio di Olbia sono incluse anche le isole di Tavolara e Molara. A nord confina con Arzachena, a est col mare Tirreno e con Golfo Aranci, a sud con Padru e a ovest con Monti, Telti e Calangianus.

Cenni storici

Il territorio di Olbia fu abitato probabilmente sin dall'era neolitica, anche se la maggior parte dei reperti rinvenuti vanno fatti risalire all'età del bronzo, il periodo nuragico. L'origine del centro abitato è incerta. Negli ultimi anni si va affermando la tesi che il centro sia di origine greca, forse perché il nome deriva dal greco "olbios", (che significa felice), ma al di fuori del nome in realtà sono veramente esigue le tracce che potrebbero avvallare di un'origine ellenica. Tra queste troviamo una testina di terracotta greca prodotta a Olbia nel VI secolo a.C. ed una statuetta votiva di legno (xòanon) rinvenuta presso il pozzo sacro nuragico di Sa Testa risalente alla metà del VI secolo a.C. (questa peraltro di dubbia attribuzione).
Con la conquista della Sardegna da parte dei Romani nel 238 a.C., ad Olbia vengono costruite infrastrutture come strade e l'acquedotto e templi dei quali oggi non restano che poche tracce.
Attorno al V-VI secolo d.C. Olbia conobbe un periodo di decadenza, probabilmente dovuto agli attacchi e alle devastazioni ad opera dei Vandali. A supporto di questa ipotesi c'è recentemente stata la scoperta di alcuni resti di navi tra le quali 16 di età vandalica. Dopo l’attacco dei Vandali si torna ad aver notizie di Olbia intorno all'anno mille quando cominciò a svilupparsi il giudicato di Gallura. In questo periodo la città assunse il nome di Civita e tornò ad essere un centro importante, fu ricostruito il porto e innalzate le mura a difesa della città. In seguito la città fu scelta come residenza dei Giudici di Gallura che costruirono un castello fortificato, chiamato castello Pedrese, che dominava la piana di Olbia.
Dal XIII secolo la città assunse il nome di Terranova Pausania e passò sotto il governo diretto di funzionari pisani. Dopo la conquista dell'isola da parte Aragonese Olbia venne ceduta in feudo ad una famiglia Aragonese prima e a Giovanni d'Arborea successivamente. L'incapacità di governo degli eredi di Giovanni d'Arborea ed alcuni attacchi barbareschi portarono Olbia ad un nuovo forte declino ed anche nei secoli successivi la situazione non mutò, se non addirittura in peggio, complici incursioni turche, un'epidemia di peste, sino alla guerra di successione spagnola del XVIII secolo. Anche quando nel 1720 la Sardegna passò sotto il controllo dei Savoia la situazione di Terranova non cambiò sino al 1839 quando si liberò dalla dipendenza feudale. Ma allora Terranova altro non era che un villaggio se è vero che all'epoca del censimento del 1846, Terranova contava ancora solo poco più di 2000 abitanti.
Bisognerà attendere il 1920, quando lo scalo merci dopo essere precedentemente stato spostato a Golfo Aranci fu riportato a Terranova, per veder una rapida ripresa della città, tanto che nel 1931 la sua popolazione raggiunse i 13.500 abitanti e nel 1939 la città assunse nuovamente l'antico nome di Olbia.
Nel dopoguerra la continua crescita dei traffici commerciali, anche dovuti all'industrializzazione del territorio danno ulteriore spinta allo sviluppo della città. Nei primi anni '60 il grande incremento dell'industria turistica dovuto in gran parte alla creazione poco più a nord della 'Costa Smeralda' da parte dell'Aga Khan, porta alla costruzione dell'aeroporto e alla definitiva consacrazione di Olbia come centro più importante della Gallura e crocevia dell'intero flusso turistico della Sardegna orientale ed in particolare del turismo d'elite della Costa Smeralda.

Economia

In passato l'economia di Olbia era basata su agricoltura ed allevamento del bestiame. Negli ultimi decenni si è poi sviluppata l’attività industriale ed il turismo. L'industria nel territorio di Olbia è basata in particolare su:
  • pesca e lavorazione dei prodotti della pesca
  • conservazione e trasformazione della frutta
  • industria tessile
  • lavorazione della plastica
Ancora abbastanza sviluppati in agricoltura e pastorizia sono:
  • frutticoltura
  • orticoltura
  • viticoltura
  • allevamento di bovini e suini

Patrimonio archeologico

Particolarmente ricco è il patrimonio archeologico della provincia di Olbia. Si va dal periodo prenuragico all’Alto Medioevo, a testimonianza della continuità dell'insediamento umano in questa parte del territorio sardo.
Risale al periodo pre-nuragico la tomba di Monte S’Ape, situata a qualche chilometro da Olbia nell'omonima località. La costruzione va collocata temporalmente nell'età del bronzo antico (dal 1800 al 1600 a.C.) e si trattava di una camera sepolcrale di tipo allée couverte (un tipo particolare di dolmen a corridoio ricoperto con lastroni) poi trasformata in tomba dei giganti in età nuragica; l’antica costruzione fu inglobata nella camera sepolcrale attuale lunga 28 mt. circa e completata con una vasta esedra.
Numerosi sono i nuraghi di questa parte del territorio. Se ne contano una sessantina e tra questi citiamo il complesso nuragico di Cabu Abbas (o Riu Mulinu), situato sulle colline che dominano il golfo di Olbia a pochi chilometri dall’abitato ed il nuraghe Casteddu, in pessime condizioni, ma che originariamente era un'opera alquanto complessa in quanto formata da una torre centrale, un'altra per la vedetta ed un muro di cinta.
Sempre allo stesso periodo è riconducibile il pozzo sacro di Sa Testa, situato nella periferia del centro abitato ad 1 km. dal mare ed è uno dei monumenti nuragici pià significativi del territorio. E' costituito da un cortile circolare, scavato nella collina, dal quale si accede al vestibolo del pozzo, di forma trapezoidale, al cui interno si trovano dei sedili lungo le pareti e 17 gradini che conducono all'imboccatura del pozzo.

Ricordiamo inoltre le mura della città di epoca pinica e l'acquedotto romano. Sono inoltre venuti alla luce i resti del porto antico durante alcuni lavori di scavo al porto.

Patrimonio artistico

Nei pressi della stazione ferroviaria si trova la chiesa di San Simplicio la cui costruzione iniziale risale all'XI secolo con l'interno a tre navate, ma solo nel secolo successivo fu completata la copertura lignea. La chiesa subì poi alcune modifiche nel corso dei secoli e la copertura delle navate laterali fu modificata con volta a botte.
Nelle campagne ad ovest di Olbia sulle pendici di un colle, si trova il Castello Pedreso, ormai in rovina. fu costruito a metà del XIII secolo all'epoca del Giudicato di Gallura e rimase proprietà della famiglia Visconti sino alla seconda metà del XIV secolo quando fu occupato dagli Aragonesi per finire successivamente nelle mani del giudicato di Arborea. All'inizio del XY secolo finì abbandonato in coincidenza con l'inizio dello spopolamento di Terranova.
Degna di menzione è anche la la chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas, costruita nel Medioevo e successivamente modificata. Ha un impianto a navata unica. Altre chiese costruite in periodo medioevale sono la Chiesa di San Vittore, situata a qualche chilometro dall’abitato con navata unica e la copertura in legno e la chiesa di San Michele Arcangelo che si trova a circa 10 km da Olbia.

Basilica di San Simplicio
Basilica di San Simplicio
Il castello Pedres visto dalla tomba dei giganti di  Su Monte de s' Ape
Il castello Pedres visto dalla tomba dei giganti di Su Monte de s' Ape
Chiesa di San Paolo
Chiesa di San Paolo
Museo_archeologico
Museo_archeologico
Il nuraghe Riu Mulinu sul colle di Cabu Abbas
Il nuraghe Riu Mulinu sul colle di Cabu Abbas
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Il faro di Olbia
Il faro di Olbia
L'aeroporto di Olbia
L'aeroporto di Olbia
Piazza Margherita
Piazza Margherita
Porto turistico Marina di Olbia
Porto turistico Marina di Olbia
Il Pozzo Sacro Sa Testa
Il Pozzo Sacro Sa Testa
Il Pozzo Sacro Sa Testa
Il Pozzo Sacro Sa Testa
Tomba dei giganti di su Monte de s'Ape
Tomba dei giganti di su Monte de s'Ape